giovedì 11 dicembre 2014

La UIL dà i numeri? Controlliamoli

Oggi la UIL ha pubblicato un approfondito studio sui cosiddetti ‘costi della politica’.
Tralasciando la nota polemica sulla confusione, talvolta strumentale, tra ‘costi della politica’ e ‘costi delle Istituzioni’ limitiamoci a controllare cosa dice la Uil, nel suo “IV Rapporto UIL sui costi della politica” a proposito dei costi della Camera.


Le affermazioni della UIL
Secondo Guglielmo Loy, che della Uil è il Segretario Confederale, per il funzionamento degli Organi dello Stato centrale, inclusa la Camera dei Deputati, quest’anno i costi saranno in aumento del 2% (più 60 milioni di euro) rispetto al 2013.
Per la Camera in particolare la Uil annuncia ‘spese’ stabili a 943 milioni, stesso livello del 2013.
Il livello citato dalla Uil, che più correttamente viene definito dotazione, è la somma che il bilancio dello Stato eroga alla Camera per il proprio mantenimento ovvero il costo che lo Stato, ovvero i contribuenti, sopportano.

Ma quali sono le somme reali?
La Uil afferma quindi che la Camera abbia comportato una spesa per il bilancio dello Stato pari a 943 milioni di euro sia nel 2013 che nel 2014.
In realtà parte della dotazione del 2013 è stata restituita al bilancio dello Stato. 10 milioni di euro hanno lasciato le casse di Montecitorio per tornare da dove erano partite.
Ancora maggiore la restituzione di fondi al bilancio dello Stato avvenuta nel 2014, 28,3 milioni di euro.

Cosa cambia usando le cifre reali?
Utilizzando le cifre reali i 943 milioni per il 2014, stabili rispetto al 2013, delle spese della Camera dei deputati annunciata dalla Uil diventa quanto segue.

Anno
Dotazione
Restituzione al Bilancio dello Stato
Costo reale a carico del Bilancio dello Stato
Differenza in % rispetto al dato Uil
2013
943
-10
933
-1,060
2014
943
-28,3
914,7
-3,001



E sarebbe a questo punto oltremodo interessante prendersi la briga di effettuare la medesima verifica su TUTTI i numeri citati da Loy, compito che mi auguro voglia essere intrapreso dalla stessa organizzazione sindacale che ha diffuso questi dati.

In conclusione
Personalmente continuo a ritenere surreale la faciloneria con cui si fanno affermazioni, anche dure, sul conto degli organi di questo Stato, prendendo dati errati e rifiutandosi in maniera ossessiva di verificarli. Del resto lo stesso Loy che cita i “tanti annunci a volte anche roboanti”, quegli stessi annunci avrebbe fatto bene a leggerli prima, e sottolineo prima, di far uscire lo ‘studio’.
Avrebbe scoperto questo.

Ancora più grave è da considerare chi, esercitando la professione di giornalista, si limita a fare da cassa di risonanza ripetendo, in modalità ‘toyally brainless’, dati e cifre sparati a casaccio.


venerdì 18 aprile 2014

In uscita un concorso per hostess

Che speranza abbiamo di far capire il ruolo dei dipendenti del Parlamento se su Yahoo girano certe domande e certe risposte?


Il Fatto scrive un mare di sciocchezze. Se non smentisce nessuno lo facciamo noi

Il Fatto Quotidiano ha pubblicato un .pezzo a firma Silvia D'Onghia zeppo di sciocchezze.
Il pezzo del Fatto è qui 
Vediamone i contenuti

Sicurezza interna delle sedi
Per la D'Onghia tutta la questione sull'autonomia e l'autodichia semplicemente NON ESISTE, tanto che arriva ad affermare che i poliziotti sono responsabili della sicurezza ALL'INTERNO DI MONTECITORIO.
La signora D'Onghia, mi piange troppo il cuore a chiamarla giornalista, afferma infatti:
"Ai dipendenti del Viminale è affidata la sicurezza interna a Montecitorio e a tutti gli altri palazzi della Camera"
Una affermazione che si scontra frontalmente con quanto si legge invece sul sito della Camera dei deputati in relazione alle attività svolte dagli Assistenti parlamentari.
Per l'Amministrazione di Montecitorio infatti 
"Gli assistenti parlamentari svolgono attività operative o di  coordinamento  nei  settori  della  vigilanza,  della sicurezza  delle  sedi,  della  rappresentanza  e dell'assistenza alle attività degli organi parlamentari."

Soprassoldo
Per la D'Onghia poi il soprassoldo è evidentemente una parola troppo difficile e inventa così "l'indennità di palazzo".
E ovviamente non è la stessa cosa. Mentre infatti l'indennità di palazzo, che è opportuno ricordarlo a Montecitorio NON ESISTE, spetterebbe solo in quanto si lavora presso un palazzo il soprassoldo spetta invece come retribuzione aggiuntiva in cambio di una prestazione differenziata.
Se tu sei dipendente di una amministrazione che ti assicura un orario più o meno fisso e passi a Montecitorio dove si lavora, come noto a tutti coloro abbiano un QI a tre cifre, fino "a fine seduta" ti spetta uncompenso aggiuntivo.
Non entriamo nel discorso relativo al troppo o troppo poco che rappresentano i circa 4 euro netti al giorno di stipendio netto assegnato ai poliziotti.

15 milioni
Alla luce di quanto sopra esposto mi permetto di sollevare qualche microscopico dubbio sulle modalità che hanno portato la D'Onghia a quantificare in 15 milioni di euro il costo della sicurezza del ramo cadetto del Parlamento.
Abbiamo scritto alla D'Onghia per avere delucidazioni in merito.
Al momento però non abbiamo ottenuto alcuna risposta.



giovedì 17 aprile 2014

Difendere il proprio patrimonio umano. Prendiamo esempio

Un buon esempio di difesa del patrimonio umano dell'Istituzione arriva da Bruxelles.
Ecco la descrizione dei compiti assegnati agli uscieri del Parlamento Europeo, che hanno funzioni notevolmente ridotte rispetto ai nostri Assistenti parlamentari



Ah, se lo dice Massimiliano Lazzari, allora.....

Cominciamo dall'inizio.
All'interno delle sedi parlamentari italiane le forze dell'ordine non possono accedere salvo che in determinati, e limitatissimi, casi.
Il personale addetto alla sicurezza delle sedi parlamentari è costituito dagli Assistenti parlamentari, cui spesso ci si riferisce, ma guarda un po', come 'Polizia parlamentare'.
Alle dipendenze di Camera e Senato non ci sono uscieri.
Ma allora come mai tale Massimiliano Lazzari afferma nei commenti dell'Huffington Post, la seguente immonda sciocchezza senza essere smentito da nessuno?

"abbiamo uscieri del Parlamento che prendono di piu' del Dott Cottarelli. I cittadini onesti facciano sentire il fiato sul collo di tutti i concittadini che ,dipendenti pubblici , conducono una vita lavorativa ispirata da un'amoralità che tracima nella immoralita' civica"


Montecitorio. Diamogli fuoco in orario di lavoro

La campagna contro le istituzioni di questo Paese, se da una parte ha fatto un gran bene all'economia in quanto ha creato un gruppetto di persone decisamente benestanti, ha però creato un clima di assurda violenza nei confronti di chiunque si permetta, ORRORE, di lavorare per la democrazia di questo Paese.
Uno spaccato degli effetti lo si ha dando un'occhiata alle recensioni che gli utenti Google riservano a Palazzo Montecitorio.
Un posto che viene descritto come abitato da "un branco di somari", decisamente mal frequentato visto che un branco di ladri ci vive "sopra le spalle del popolo".
Un edificio da cancellare, da eliminare fisicamente insieme a chi si permette di lavorarci, visto che è da incendiare ma, attenzione però, rigidamente "in orario di lavoro".










Ps. Temo seriamente che qualche deficiente che prende sul serio l'affermazione relativa al gran bene all'economia pure stavolta lo raccattiamo

giovedì 20 marzo 2014

Le Iene e il Senato. Quando si inceppa la macchina spara fango

Il funzionamento delle Iene è, come ben noto a chiunque ne sia stato bersaglio, basato su una certa mole di girato che viene poi abilmente montato per tirarne fuori una cosa differente, altra rispetto alla realtà. Una attività che evidenzia il genio della post produzione, quando tale genio c’è.
Ieri, durante la puntata del 19 marzo 2014, abbiamo infatti assistito a due toppe che potrebbero costare la reputazione alla post produzione delle Iene, vediamole in dettaglio.

Struttura del servizio
Il servizio dedicato al Senato è spezzato in due parti, con la prima parte centrata sul fatto che al Senato ‘non si fa nulla’ e la seconda centrata sui film di prima visione che scaricati illegalmente dalla rete venivano poi fatti oggetto di commercio.

Le ‘toppe’ del montaggio