Tanta polemica ha destato la nota della Camera del 24 luglio
in cui venivano annunciate iniziative legali contro un gruppo di persone che
avevano postato sui soliti social network commenti contenenti minacce ai danni
dei dipendenti.
Trascorso ormai un mese e mezzo dai fatti è possibile trarre
qualche conclusione e qualche insegnamento da quanto accaduto.
Un breve riassunto dei fatti
Su un profilo FB di un fan club dedicato al comico Maurizio
Crozza veniva ripreso uno dei soliti pezzi sul trattamento dei dipendenti della
Camera dei deputati. Il pezzo in sé era assolutamente tranquillo, il solito
copincolla da un’altra testata con però un titolo ‘urlato’, e sbagliato, che
aveva suscitato una serrata gara a chi la sparava più grossa tra i
commentatori.
Alla luce della violenza verbale di alcuni dei commenti la
Camera dei deputati aveva annunciato iniziative legali nei confronti degli
autori dei commenti stessi. Ovviamente dei soli commenti contenenti minacce.
In particolare venne dichiarato dalla Camera che “Sono
inoltre sempre più frequenti affermazioni gravemente minacciose nei confronti
dei dipendenti della Camera che dimostrano come tale fenomeno, basato su
notizie di stampa a volte fuorvianti, abbia assunto caratteri non più
accettabili in un contesto civile.
La Camera dei deputati, pertanto, ha già provveduto ad attivare, presso le
competenti autorità, tutte le iniziative necessarie a tutela dei propri
lavoratori.”
I commenti all’annuncio della querela
In generale l’annuncio della Camera è stato fortemente
travisato e non si è compreso appieno, evidentemente, che i procedimenti penali
partiranno solo per chi ha postato commenti contenenti minacce.