sabato 8 settembre 2012

A proposito di agendine

Si sa, per Natale è necessario organizzarsi con largo anticipo e quest’anno, nei corridoi, si è già cominciato a parlare di come gestire l’immancabile appuntamento natalizio.
Tema specifico della succinta discussione il comportamento da adottare nei confronti delle celeberrime agende recanti il logo della Camera dei deputati, ricercatissime e vituperatissime protagoniste di tante e tante pagine dei giornali nazionali.
Al momento, tra i dipendenti di Montecitorio che hanno un approccio critico nei confronti dell’ “Affaire agende”, le scuole di pensiero che si contrappongono sono sostanzialmente due, mentre la prima accoglie chi non ritirerà l’oggetto, per espresso o tacito rifiuto a farlo, la seconda accoglie chi invece vorrebbe provvedere al ritiro per poi donare le agende ad un qualche ente di beneficenza o di ricerca per farle mettere in vendita.
Con la prima soluzione le agende non ritirate resterebbero inutilizzate e le risorse impiegate per la loro stampa, i soldi versati al produttore, sarebbero persi.
Con la seconda soluzione invece verrebbero incassati dei soldi che sarebbero utilizzati in materia proficua.
Più di un collega ha obiettato che mettere il banchetto a Piazza di Montecitorio per vendere le agendine sarebbe un gesto masochistico che esporrebbe i dipendenti di Montecitorio a forti critiche. Non riesco ad immaginare la motivazione della critica, che comunque ci sarà, ma obietto nel contenuto, i dipendenti della Camera non dovrebbero infatti procedere ad alcuna vendita ma si limiterebbero a donare le agende a scopo di beneficenza, la vendita sarebbe effettuata dall’Ente con cui troveremmo l’intesa per la donazione.
Noi doniamo le agende e l’Ente incassa i proventi della vendita.
L’unico aspetto che potrebbe essere da approfondire, sempre che l’idea continui a circolare nei corridoi e non venga soffocata in culla da qualche accadimento, sarebbe quello squisitamente legale, sarebbe cioè da capire se le mitiche agendine costituiscono per il dipendente della Camera un dono o una dotazione.
Se fosse una dotazione avremmo infatti le mani legate.

A.

1 commento:

  1. Le agendine non sembrano una dotazione funzionale all’attività lavorativa, essendo distribuite anche a quei dipendenti che non svolgono attività d’ufficio; paiono avere, invece, la forma di un dono natalizio del datore di lavoro ai dipendenti. In questo caso ogni lavoratore sarebbe legittimato a farne ciò che crede e, quindi, anche donarlo a sua volta a una ONLUS a fini di raccolta fondi per attività di beneficenza.
    Mi assocerei, eventualmente, a una iniziativa di questo genere. Daremmo così anche un senso a questa spesa anacronistica, visto che ormai è tempo solo di i-phone, i-pad e i-di ogni genere.

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