martedì 2 ottobre 2012

Quando i giornali fanno politica


Molti colleghi mi hanno fatto notare come e quanto sia diverso l’approccio a talune questioni quando queste vengono presentate da persone che hanno sensibilità o, più prosaicamente, interessi differenti.
A luglio avevo pubblicato un articolato pezzo sulla questione del buco che l’Inpdap aveva portato in dote all’INPS al momento della fusione tra i due enti di previdenza, stessa questione è stata affrontata in un pezzo del Corsera di ieri.
Senza ovviamente voler avere l’ardire di confrontare una corazzata dell’informazione come il Corriere della Sera con un carrarmatino del Risiko come Dazebao è evidente come la stessa notizia possa essere usata per trasmettere informazioni diametralmente opposte.
Naturalmente ciò può dipendere da atteggiamenti, anche inconsci ed involontari, di servilismo nei confronti di chi alla fine del mese ti paga lo stipendio oppure da quel filtro dato dalle già citate sensibilità individuali che spingono l’estensore di un pezzo a vedere in una notizia non solo ciò che c’è ma anche ciò che si aspettava che ci fosse.
Ma fino a che punto è lecito spingere il filtro che ciascuno di noi pone alle informazioni che riceve, entro quali limiti una notizia è interpretata e da quale punto in poi è del tutto inventata?
Se esistono infatti notizie che, pur platealmente ed evidentemente prive di fondamento, riescono comunque a trovare qualche anima candida che se le beve, come i famosi 9 barbieri di Montecitorio che verrebbero tutti dalla stessa regione (sigh) e guadagnerebbero 11.000 euro al mese (strasigh) come venne delirato dall’ormai dimenticato Spider Truman l’anno scorso, a maggior ragione sarà facile trovare qualcuno che aderisce anima e corpo ad una notizia che è a tutti gli effetti vera, sebbene interpretata e virata all’utilizzo politico che se ne vuole fare o che ne vorrebbe fare il datore di lavoro di chi elabora il pezzo.
Quando poi una informazione che è politica e di parte viene camuffata da informazione terza ed imparziale allora diventa necessario reagire e far sentire l’altra campana, l’altra interpretazione, l’altra verità.



Nessun commento:

Posta un commento